mercoledì 4 luglio 2012

Australopitechi che sanno volare

Gli australopitechi, alcuni milioni di anni fa, camminavano eretti, erano alti circa 1,20 e vivevano in gruppi. Beh, diciamo che quindi ci assomigliavano molto. In verità loro mangiavano verdure, bacche e radici e in questo non assomigliavano per niente ai nostri marmocchi che vorrebbero solo patatine fritte, pasta al sugo e carne. Però forse anche loro perdevano i denti, come Rebecca che ha messo un dente sotto il cuscino ieri sera e si è ritrovata un soldino stamattina.
Oggi i laboratori erano chiusi.  Siamo stati in giro tutto il giorno, un po’ qui e un po’ là. Schivando i temporali.
Innanzitutto ci siamo chiesti come facevano i nostri antenati a vivere nel bosco, o nella savana. Allora come un branco di australopitechi siamo andati per boschi e ci siamo accorti che la natura è genersosa.


Abbiamo trovato delle fragoline di bosco, funghi e un cervo morto. Ai tempi della preistoria era un ritrovamento fantastico: le ossa e le corna servivano per costruire utensili, ma poi un animale appena morto era anche cibo facile. I nostri antenati più antichi non sapevano cacciare ma mangiavano animali appena morti. Così abbiamo preso un sacchetto di un grande magazzino e abbiamo fatto la spesa...

Poi abbiamo costruito una capanna.



La nostra nuova casa

Nel pomeriggio ci siamo dedicati al volo degli aquiloni con ottimi risultati. Alcuni di noi sono riusciti a farli volare a 50 metri di altezza.






E poi ci siamo sfogati con vari giochi, i più richiesti sono sempre battaglia e bandiera figurata.







Due tuoni ci hanno fatto scappare. Il cielo oggi è stato grigio. E per i prossimi giorni non sarà meglio. E allora abbiamo deciso di colorare noi il mondo, costruendo una lanterna. La utilizzeremo domani per accogliere Igor, il musicista che ci offrirà un viaggio alla scoperta di suoni primitivi.

Dopo cena c'è stato il "quizzone". I 4 gruppi si sono sfidati sulle conoscenze della nostra vacanza, tra canti, scienza, scherzi e balli.



Parlare dell’evoluzione dell’uomo, ci ricorda che la nostra storia resta un mistero. Noi guardiamo questi marmocchi grandi quanto un astralopiteco, ma che imparano e hanno voglia di scoprire. Ma nessuno sa come abbiamo fatto ad essere qui.
Alla fine è bello lasciare che questa domanda non muoia mai, ma poi anche sedersi a tavola e aspettare insieme quanto i nostri cuochi ci hanno preparato, con tanta attenzione, come un regalo.  Oppure trovarsi per una buona notte accenendo le lanterne appena costruite.  Forse queste non sono ancora delle risposte, ma è già un buon inizio.

2 commenti:

  1. Ciao a tutti! che belle avventure primitive che state vivendo. Da ex-dona abilis vi confesso che sento una forte nostalgia della lavorazione dell'alabastro ma ancor più di quel clima di divertimento e gioia trascorso insieme a Mascengo la scorsa settimana. Divertitevi e buon concerto a tutti! Michi

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  2. Un mega abbraccio alla mia piccola "sdentata"... e grazie di cuore a voi x tutto ciò che fate!!! Non riesco a spiegare le emozioni che date a noi genitori... GRAZIE GRAZIE GRAZIE
    Rebe un bacione e tanti bacini ai tuoi compagni di avventura!!!

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